Questo mese ci sediamo alla tavola del popolo, si parla di quinto quarto all'MT Challenge e voglio cominciare dalla storia replicando proprio una ricetta storica considerata la regina del quinto quarto e ve la lascio descrivere da Cesare Simmi, un grande oste romano che a questa preparazione ha dedicato una poesia in dialetto " Coda a la vaccinara "
E' 'na ricetta facile, ma vale
pe' praparà un tegame origginale.
Pijate un po de grasso de presciutto,
'no spicchio d'ajo e 'na cipolla trita,
fate er batuto e poi mischiate tutto
co'l'ojo der tigame che v'invita
a fallo frigge e, quando ch'è dorato,
giù er vino. Nun appena è svaporato,
subbito er pommidoro e, mano mano,
sellero, uva passa, 'na manciata
de pignòli, un ber pò de cioccolata
e mentre er condimento piano piano
se coce e s'insapora a foco lento
la coda ariva, e mò ve la presento.
Dar macellaro che ce fate spesa
fatevela fornì grossa e nutrita,
così nun solo viene più saporita,
ma ner tegame ve darà più resa;
tajateve li rocchi su misura,
poi giù, ner sugo, fino a la cottura.
Cottura giusta e, quello che più conta,
ch'er sugo nun sia tanto aritirato,
giusto de sale; e adesso l'invitato
se metta a sede che la coda è pronta.
Bon appetito! E mentre mangnate
pensate a la cucina de le fate!
Esistono due modi per cucinare la coda, che derivano soprattutto da un modo diverso di intendere la cucina, uno più casalingo descritto da Ada Boni che parte da una bollitura iniziale dei rocchi di coda, questo per intenerire la carne, certo, ma anche per recuperare il brodo di cottura che veniva usato per altre preparazioni, l'altra versione che è quella che ho seguito io e che viene descritta da Simmi (riportata anche nei ricettari di Carnacina e Buonassisi ), una preparazione più ricca e sicuramente di più lunga, che non prevede bollitura ma solo una lenta cottura, fino a che la carne comincia a cedere, senza però staccarsi completamente dall'osso, a fine preparazione in alcune osterie veniva aggiunto un intingolo di cioccolata amara, pinoli, uvetta e in alcuni casi anche cannella e chiodi di garofano. Io come tradizione vuole ci ho condito anche dei rigatoni, rigorosamente rigati, ma a sezione quadrata, naturalmente pecorino romano, di quello buono e, questo è uno di quei piatti illuminanti, per cui vale la pena di vincere le moderne "allergie" al quinto quarto e tuffarsi in un piatto che ancora parla di storia.
Coda alla vaccinara
Ingredienti:
500 gr di coda di manzo tagliata in rocchi
1 cipolla bionda
1 spicchio d'aglio
100 g di grasso di prosciutto
gambi di prezzemolo
2 carote
1 bicchiere di vino bianco
600 gr di pomodori pelati
250 gr di sellero ( sedano bianco )
2 foglie di alloro
pepe nero
brodo di manzo
400 gr di rigatoni
pecorino romano per la finitura
Preparazione
Cominciamo subito dal soffritto, quindi cipolla, aglio, carota e grasso di prosciutto vanno ridotti in dadini piccolissimi, in questa ricetta il sedano non si aggiunge al soffritto, ma avrà un destino diverso con l'andare della ricetta, vi consiglio una pentola dal fondo spesso, quindi, un filo d'olio, il soffritto, un pizzico di sale e lasciate sudare fino a che la cipolla non sarà traslucida, aggiungete le foglie di alloro, un minuto ancora, quindi alzate la fiamma e rosolate i rocchi di coda, bagnate con il vino e lasciate dealcolizzare. Con i rebbi di una forchetta rompete un pò i pelati, riducendoli in grossi pezzi, quindi aggiungeteli alla pentola con la coda, abbassate la fiamma al minimo e lasciate andare per circa tre ore, aggiustando l'umidità di tanto in tanto con del brodo caldo. Come vi dicevo più sù la carne deve essere morbida ma ancora attaccata all'osso, una decina di minuti prima di spegnere il fuoco pensiamo al "sellero " ( al sedano ), che va bollito con tutti i filamenti, tagliato in pezzi lunghi circa 10 cm, per circa 5 minuti, quindi va aggiunto nella pentola della coda, proseguendo la cottura per altri 10 minuti, aggiustate di sale e di pepe e tenete in caldo. Non resta che cuocere i rigatoni, mantecandoli a fine cottura con il sugo di coda e avendo cura di posizionare un pezzo di coda insieme ai rigatoni in ogni piatto e finendo con una generosa grattata di pecorino.
Con questo piatto partecipo all' MT Challenge di aprile ospitato da Cristina
e siccome la coda alla vaccinara, mi è rimasta come desiderio, mi segno anche la tua versione , incluso piatto di rigatoni e , passata Pasqua, me la vado ad ordinare.
RispondiEliminaNon so perchè ma sento che ci troverò molto gusto.
Lory la coda alla vaccinara è una roba da svenimento!
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RispondiEliminaChe meravigliosa bontà!!! gnammy! bellissimo! bravissima!!!
RispondiEliminaComplimenti Greta! il sugo di coda è speciale e te lo dice un'altra romana doc!
RispondiEliminabravissima e grazie per la poesia!
a presto
La mia sorella virtuale! Ti vedo ovunque...prima o poi ci riuscirò anche de visu! Normalmente preparo l'altra versione: sbollento prima la coda...toccherà che prima o poi provi anche questa. Hai reso alla perfezione il clima romano che circonda questo piatto con la poesia del Simmi...grazie un abbraccio cri
RispondiEliminaWOW complimenti. Devo confessare di non amare la coda alla vaccinara o la trippa ma questo piatto mi ispira molto. Lo assaggerei volentieri
RispondiEliminaCiao Greta! NOn ho mai provato la coda di bovino! Dovessi cucinarla un giorno preferirò di gran lunga questa cottura che ci proponi tu! Credo che il sughetto ne acquista di sapore e corposità! Il piatto è invitantissimo tra l'altro non facile da fotografare, ma tu ci sei riuscita alla grande.
RispondiEliminaBaci cara.
la poesia è duplice e la seconda è tutta nei tuoi piatti: e torno a ripetere quello che ti dico sempre, e cioè che tu hai millemarce in più, quando affronti la cucina storica- e non solo della tua terra. E' un fatto di sensibilità, che si esprime nel gusto del raccontare, del presentare, del fotografare e dell'emozione che arriva, inesorabile e puntuale, ogni volta che ti si legge. Tanto che ogini querelle tecnica, dalla prebollitura in poi, passain secondo piano, travolta com'è da questo risveglio dei sensi che ti fa desiderare solo di esser lì, davanti a quei piatti, per poterne godere fino in fondo la bontà. Voglio solo grandi cose, per te, Greta: grandissime.
RispondiEliminacomplimenti Greta la tua coda è uno spettacolo e il rigatone assolutamente d'obbligo bravissima
RispondiEliminaio qui mi ritrovo, nei piatti della tradizione interpretati in modo così grandioso.
RispondiEliminami piace moltissimo tutto, complimenti!
cavoli sono anni che sogno di assaggiarla la coda alla vaccinara....
RispondiEliminaè davvero invitante Greta! e ancora di più quei rigatoni...
Tradizione condita da poesia e rigatoni conditi da un sugo sontuoso: non so dirti cosa mi colpisca di più! Bellissimo piatto, Greta!
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